La mission di un’impresa sociale è quella di far crescere il territorio sia in termini economici che sociali; i nostri valori ci suggeriscono che il vero sviluppo si può ottenere solo a patto che includa davvero tutti.
In questo senso, nel 2021 si è concluso un progetto avviatosi nel 2019 finanziato dal FESR e che ha coinvolto tutto il territorio della Comunità Montana dei Monti Sibillini: “La Terra che cura”. Il progetto, molto impegnativo e molto ambizioso, è stato pensato per rendere accessibile il nostro territorio a persone di qualsiasi età, con particolare riguardo agi over 65, e di ogni forma fisica.
La nostra terra è stata profondamente segnata dal sisma 2016 ma tutti coloro che la abitano sanno anche che è “una terra che cura”, una terra in cui i ritmi, la densità di popolazione, gli orizzonti permettono ancora di fare respiri profondi, di riconciliarci con la natura e di beneficiare del potere curativo che hanno il rumore di un bosco e i colori del tramonto quando si possono condividere.
Il progetto, realizzato insieme a partner importanti e prestigiosi come la cooperativa “La Sorgente”, la cooperativa “Eureka” e l’Università politecnica delle Marche ha messo a disposizione un infopoint situato al centro del Comune di Servigliano, porta dei Sibillini appunto, in cui tecnologie innovative come la realtà aumentata e la realtà virtuale sono state messe a disposizione dei visitatori per un’esperienza immersiva del nostro territorio, è stato attivato il servizio di taxi sociale e realizzato il “bollino blu”, un certificato di qualità che ha contraddistinto tutti i locali e servizi che hanno lavorato al miglioramento delle forme di accoglienza turistica in chiave inclusiva. Il lavoro, e per la Wega non potrebbe essere altrimenti, è passato anche sugli innumerevoli tavoli del festival “Ascoltare per crescere” in cui si è discusso con ospiti illustri come Igor Sibaldi, Peter Gomez, Umberto Galimberti e Michele Brambilla riguardo alla valorizzazione e alla promozione di territori come il nostro.
Non solo.
Quando indichiamo come nostro obiettivo lo sviluppo inclusivo, intendiamo anche il lavoro di coaching fatto nelle aziende come ad esempio quello per il “Gruppo Arco” di Jesi: perché fare coaching in azienda? Perché il tempo lavorativo è una delle voci più imponenti nella nostra vita quotidiana e non possiamo pensare di raggiungere il benessere personale e la crescita della comunità se non passando dai luoghi di lavoro.
La formazione ha lavorato sia sul piano teorico ché su quello esperienziale con i progettisti dell’azienda, il tema è stato quello del team building e dunque di come costruire relazioni positive sul luogo di lavoro.
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